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venerdì 11 settembre 2015

Le carezze del Maestro





Sovramundano I, 151 - Urusvati sa che i grandi Maestri sono sempre artisti e terapeuti. Solo pochi dei Consigli e delle Cure del grande Pellegrino sono riportati negli Apocrifi, ma da ciò non si creda che quei pochi prodigi siano il totale delle Sue pratiche mediche. Le guarigioni furono molte, e di due specie: o il malato Lo cercava, o Egli stesso toccava qualcuno in cui vedeva l’inizio di un male. Sovente il malato non seppe perché lo Straniero l’avesse toccato. Era pura generosità da parte di quel grande Spirito, Che da instancabile giardiniere spandeva i semi del bene.     
    Gli Apocrifi sono scarni anche nel riferire ciò che disse della Bellezza. Rivolgeva l’attenzione della gente alla beltà dei fiori e allo splendore del sole. Incoraggiò anche il canto corale, che è il mezzo più potente per armonizzare le vibrazioni. Ma non insistette su questo aspetto della musica e del canto, semplicemente inculcava gioia e ispirazione.     
    Fra i discepoli e seguaci alcuni versavano in miseria, fra molte difficoltà quotidiane. Il Maestro li aiutava per prima cosa elevandone lo spirito, e solo a equilibrio raggiunto ne discuteva i problemi. E mai condannò il loro passato, ma li rivolgeva al futuro, che Egli vedeva chiaro ma rivelava solo in commensura con la loro coscienza. Non esitava invece a dire parole severe per ridestare una coscienza spenta.     
    Così procedeva quel Medico e Creatore.     

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