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giovedì 23 ottobre 2014

Parola di potere: Felicità!

La casa dei nonni materni è sempre stata per me, sin dall'infanzia, un micro mondo da esplorare e pieno di tesori, fonte di continue scoperte risultate dal rovistare,frugare e tossire in mezzo alla polvere, alla ricerca di oggetti vecchi e preziosi.
Ho speso da ragazzino innumerevoli ore tra cantine con ragni che non sfigurerebbero come portata principale al cenone di Natale e intricati sottotetti da percorrere a gattoni dove erano nascosti gli ori di famiglia (e le fedi delle bisnonne scampate alla requisizione fascista).

Ho scavato, letteralmente, in strati geologici di accumulazioni “compulsive” di persone che hanno vissuto la fame, quella vera, e quindi non avrebbero osato buttar via nemmeno un chiodo arrugginito e storto; infatti ci sono ancora tutti, nei loro barattoli e scatoline, perchè, come direbbero i proprietari:” Se sà mai..el po' semper servì...” .
Morale della favola: in questa miniera di antiquariato spicciolo, dopo 25 anni di continue razzie e ghiotte scoperte, nonostante il filone principale si sia ormai esaurito, escono fuori ogni tanto ancora delle piccole soprese.

L'ultima è stata un copri federa di lino, recentemente trovato nei cassetti inesplorati della biancheria,( per la semplice ragione che teli e tessuti erano la cosa più lontana che il mio cervello da “tombarolo domestico” potesse considerare come bottino), tipica produzione locale dei primi decenni del '900, con ricamata, oltre ai classici decori floreali, la scritta Felicità.

Questa reliquia di un mondo ancora rurale, lento e sostanzialmente intatto, mi ha fatto respirare per un istante l'aria di cent'anni fa. Come doveva essere il risveglio e la colazione di quegli strani esseri umani che ancora mangiavano il pesce dei fossi ed in quelle acque, da bambini, ci si tuffavano. Ho tentate di immaginarmi i ritmi delle persone, i silenzi e la quiete, dove le nevrosi, le ansie e gli stress erano malattie sconosciute.
E troppo facile è stato subito fare il paragone con un'attuale famiglia media,dove già alle sette di mattina il televisore va a tutta birra, magari su qualche telegiornale h24, per riempirci i polmoni di aria fresca, ricevere un bacio sulla fronte e iniziare al meglio la nostra giornata con efferatezze varie, condite da atti di terrorismo, perversità bieche e l'immancabile montagna di morti.
E noi, bambini compresi, assorbiamo come una spugna l'orrore e la morte,avvelenandoci, letteralmente parlando, il sangue.

Tornando all'oggetto in questione, quel piccolo esempio di artigianato, prodotto quando ancora il lino era coltivato nei nostri campi cremonesi, mi ha fatto percepire distintamente che abbiamo, nonosante tutto, perso un quid immensamente piccolo e sottile quanto fondamentale, per la vita del Pianeta ed il nostro equilibrio psicofisico. Come se i nostri bisnonni di un secolo fa, incarnassero a loro insaputa, con il loro stile di vita, i principi portanti della vita, del cosmo.
Noi, irrimediabilmente, saremo costretti a non disprezzare le nostre radici o a celarle e dimenticarle come facciamo ora, ma coglierne l'essenza e la lezione di semplicità, perchè non ci sarà nessun progresso tecnico o scientifico che permetterà di nasconderci dietro il dito della nostra arretratezza umana e spirituale.Le sfide dell'immediato futuro purtroppo non si risolveranno con un click o un app.



Di primo acchito, paroline banali come Felicità, tatuate sul tessuto dalle menti semplici dei nostri avi, ci inducono tenerezza e compatimento.
Altri tempi, tempi perduti e per nulla da invidiare...diremmo noi.
Eppure...eppure c'è un eppure!
Si può rintracciare una scia sottile, una traccia indelebile che è resistita nei millenni a tutte le censure, le persecuzioni, le inquisizioni, a tutti i tentativi di far tacere una voce flebile ma antichissima.
Quelle paroline ricamate con tanta pazienza da mani gentili sono un arcaico retaggio culturale precristiano, c'è ancora un sentore di magia , sono parole e simboli taumaturgici, dei talismani di protezione. I nostri avi, ma in certi luoghi avviene ancora oggi, scolpivano o dipingevano sui mobili, le culle dei neonati, le forme per il formaggio, sulle entrate delle loro case, dalla Lombardia alla Sardegna, simboli come il fiore della vita, poi recuperato e avvilito dal partito della Lega Nord e da loro ribattezzato il Sole dell Alpi( l'hanno fatto addirittura diventare marchio registrato...da rabbrividire!!).
Il concetto è il medesimo delle parole ricamate, si utilizza un'immagine anziché delle lettere, ma la sostanza è la medesima.


Persino l'acqua diventava substrato propizio:

Se a uno scienziato parlate di acqua magnetizzata non avrà difficoltà ad accettare l’idea; ma se gli dite di acqua benedetta o stregata, vi darà dell’ignorante. Eppure la distinzione sta solo nel termine usato, poiché in essenza l’energia è la medesima.
È tempo che la scienza espanda i propri orizzonti, non più irretita dalle definizioni convenzionali. Tutti i drammi della vita vengono proprio da queste tarature. È bene abituarsi fin dall’infanzia ad accertare la natura essenziale delle cose”.
Roerich,Aum, 1936

In riti antichi come la notte dei tempi si era soliti tenere una brocca d'acqua di fianco al luogo dove si dormiva, per caricarla magneticamente, con la propria energia psichica, durante il sonno.

Fammi bere l’acqua di vita che sta accanto al tuo capo” - si legge in un antico manoscritto.
Gli interpreti più recenti lo leggono in chiave simbolica: l’acqua vivente sta per l’oceano della saggezza; la testa per il culmine della conoscenza. Ma quella frase aveva invece un valore terapeutico: il discepolo chiede al Maestro di bere l’acqua magnetizzata per essere stata accanto al suo giaciglio. Molti detti si riferiscono a questa proprietà dell’acqua, e immagini antiche rappresentano figure che bevono da un vaso o da una fonte sacra.
Da lungo tempo si sa che esistono due modi per magnetizzare l’acqua: con l’imposizione delle mani e, più naturalmente, tenendola accanto al letto. La prima era preferita per certi malanni, ma la seconda era considerata migliore per tonificare in genere le forze. La si usava o bevendola o spruzzandola su qualcuno.
Si narra che una regina di Palmira pretendeva dai suoi aiutanti di dormire accanto al bacino preparato per il suo bagno. Simile è il racconto biblico di re Davide, a dimostrare il valore attribuito alle sane radiazioni umane. Nella vita sociale queste emanazioni dovranno essere armonizzate con grande attenzione. L’energia psichica suggerirà la scelta dei collaboratori”.
Roerich,Aum,1936

Appoggiare la testa durante il sonno su un guanciale che ha assorbito la parola felicità è allo stesso modo terapeutico e benaugurante.
Ricorda un po' l'usanza odierna così di moda in certi ambienti “new age”dove la casa si tappezza di postik con frasi che dovrebbero darti la carica e ricordarti di pensare positivo, non cedere a pensieri di paura, etcetc.

Un altro interessante elemento che dona a questi manufatti un tocco speciale, e sottolineo la parola manufatti umani, è che si sono caricati con energie bellissime di lavoro paziente e sereno. La mano irradia e lascia segni incancellabili su ogni oggetto che tocca o crea. Così come ogni pagina scritta viene caricata dalla particolare energia dello scrivente, fornendoci su di lui preziose indicazioni.
Un lino del genere è fatto con molta pazienza, è carico di energia femminile, accogliente, materna, protettiva. Non va dimenticato inoltre che è stato fatto con particolare amore e attenzione perchè era fatto per l' uso personale, per la cerchia ristretta della propria famiglia ed era destinato a durare nel tempo, non era merce di mediocre qualità atta solo a generare profitto.

Immaginatevi invece indossare un maglione fatto in finta lana prodotto in Cina o in Cambogia o qualsiasi altro paese dove le mani dell'operaio, così come i suoi pensieri, emanano la miseria del suo stato di schavitù, pagato una miseria, ma una miseria vera, costretto a turni allucinanti di 16 ore consecutive e magari accucciato di notte dentro la stessa fabbrica.
Che vibrazioni positive potrà mai emettere un simile artigiano alla sua opera?
Odio, risentimento, paura, frustrazione e angoscia.
Indossare un vestito del genere significa caricarsi di un fardello orrendo e puzzolente.
http://www.caffeinamagazine.it/economia/3604-cosa-si-nasconde-dietro-i-vestiti-di-h-m-la-blogger-17enne-svela-il-segreto
Una nostra nonna, seduta per ore e ore sulla stessa sedia, dedita alla sua opera con un ritmo sano e una pace nel lavoro impensabile per un manufatto odierno, genererà un prodotto in tutti i sensi migliore.

L'utilizzo sopra descritto di simboli e parole cariche di significato positivo, pratica tramandata quasi invariata da millenni, è sfruttata con fini molto più biechi dai nemici dell'uomo, in quei sordidi bordelli delle maison di moda dove si stabiliscono a tavolino le prossime tendenze globali. I viscidi esseri che, nonostante la giacca e la cravatta, si destreggiano molto bene nei reami del simbolico e dell'esoterismo più becero, hanno disseminato il mondo intero di simboli e scritte di morte, che ritroviamo persino nei prodotti della più tenera infanzia: gioielli, cuffie, magliette, felpe, astucci e zaini; tutti inzozzati da scritte immonde e simboli di morte come teschi e pistole( queste ultime rivolte verso il basso, ovvero agli organi sessuali...w la fertilità!!)

E queste due parole, teschi e pistole, tanto fan pensare ai telefilm che ci scorrono davanti, sempre ad ora di cena, giusto per avvelenare il nostro cibo e il nostro corpo in modo più diretto, che con la scusa di chiamarsi polizieschi ci propinano cadaveri,autopsie,arti mozzati e svisceramenti vari, il puro trionfo della morte e della caduca materia.

Se sui nostri vestiti invece che teschi, pistole e frasi raccapriccianti comparissero cristalli di neve o le bellissime geometrie di un crop circle!! Diventiamo portatori di bellezza, anche nelle cose più minute!


Ho poi trovato un utilizzo alternativo per il copri federa...che ne pensate??

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